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Biblioteca antica

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L’antica libreria della Congregazione della Beata Vergine e di San Carlo contava, fra i suoi scaffali, le opere destinate all’educazione dei giovani del Collegio e allo studio, soprattutto religioso, dei padri della Congregazione che del Collegio erano amministratori, rettori e maestri.

Coerentemente con gli indirizzi di studio vi si trovavano opere latine, testi di retorica, di grammatica, di poesia, biografie, agiografie, commenti alle sacre scritture, filosofia, ma anche astronomia, geometria, matematica e medicina. Un patrimonio che, verso gli anni Settanta del Settecento, contava più di 3000 volumi condivisi fra il Collegio, la Congregazione e l’Università, riaperta nel 1686 proprio sotto la direzione dello stesso Rettore che guidava anche gli altri due istituti intitolati a San Carlo.

Dopo il 1772 e la statalizzazione dell’Università l’intera libreria fu prima ceduta allo Studio e poi spostata a Reggio: nonostante le proteste del Rettore dell’epoca, Bonaventura Corti, non fece più ritorno.

La biblioteca antica attuale fu ricostituita, sotto altre forme ma sempre con il prevalente indirizzo votato alle Scienze Umane, a partire dai primissimi anni dell’Ottocento e fu poi ampliata con lasciti successivi fino all’ultima acquisizione dell’intera biblioteca del professore modenese Emilio Mattioli, avvenuta nel 2019.

Le carte portano i segni del tempo, ma le parole contenute nelle carte spesso hanno messaggi che ci raggiungono ancora oggi. Per questo, in questo luogo, lasceremo che i libri antichi riprendano vita con le loro parole.